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News ed eventi

Insegnare propedeutica alla danza

20 Marzo 2025

Il percorso di Marianna Fracalossi

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A un giorno dalla chiusura delle iscrizioni per la Scuola di Ballo, affrontiamo il mondo della danza da un'altra prospettiva: quella di un'insegnante. Per la Hall of Fame abbiamo incontrato Marianna Fracalossi, oggi nel Corpo Docente del Dipartimento Danza come maestra del Corso di propedeutica.

 

Marianna, raccontaci del tuo percorso e di come sei arrivata a scegliere l’Accademia. L’insegnamento della danza è arrivato in modo inaspettato, nella tua vita, o è stata una scelta inseguita per vocazione?

Durante la mia formazione come ballerina, ho avuto il privilegio di lavorare con maestri di straordinaria eccellenza. Osservarli all'opera era per me fonte di grande ispirazione. Con il tempo, maturando e acquisendo una maggiore consapevolezza di me stessa, ho scoperto con stupore ed interesse il mondo dell'insegnamento. Se da un lato la danza rappresentava per me un linguaggio attraverso il quale esprimermi, dall'altro ho compreso quanto fosse appagante e stimolante poter trasmettere questa stessa passione alle nuove generazioni. Conosco la realtà dell'Accademia Teatro alla Scala sin da quando ero bambina e ne sono stata sempre affascinata. Quando è arrivato il momento di scegliere la scuola per la mia formazione come insegnante, non ho avuto alcun dubbio né alternative: per me era fondamentale passare attraverso questa prestigiosa istituzione.

 

Oggi lavori come docente proprio nella Scuola di Ballo scaligera, come ti senti a riguardo?

Mi sento estremamente grata e fortunata ad insegnare come docente di propedeutica presso l’Accademia, un luogo che ha sempre rappresentato un simbolo di eccellenza nella danza. Dopo tre anni di università, lavorare proprio nella scuola che mi ha formata come docente è veramente un’opportunità unica. Tuttavia, allo stesso tempo, sento una grande responsabilità: sono estremamente grata per la fiducia che mi è stata data e consapevole dell’impegno che questo incarico richiede. Insegnare non significa solo trasmettere la tecnica, ma anche educare alla cultura, all'emozione e all'impegno che la danza classica richiede.

Ogni lezione è un'occasione di crescita, sia per me che per gli allievi, cerco sempre di dare il meglio di me stessa, consapevole dell'importanza di essere un punto di riferimento per loro. Inoltre, all'interno della scuola mi capita di incontrare i miei insegnanti, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia formazione, e di aggiornarli sul mio lavoro. In questi momenti ricevo consigli importanti che arricchiscono la mia esperienza e contribuiscono alla mia crescita nel campo.

 

Ritieni che il triennio – il Corso di diploma accademico in danza classica a indirizzo tecnico-didattico – fornisse già tutti gli elementi indispensabili alla carriera, oppure effettivamente avresti voluto approfondire maggiormente alcuni temi con maggior respiro?

Il triennio del Corso di diploma accademico in danza classica a indirizzo tecnico-didattico è stato sicuramente un periodo molto intenso, un’opportunità di crescita sia sul piano personale che professionale, un percorso che mi ha fornito una solida base tecnica e pedagogica. Ogni disciplina è stata affrontata in modo serio ed approfondito da insegnanti competenti e il tirocinio con gli allievi è stato fondamentale per mettere in pratica le conoscenze acquisite. Tuttavia, ritengo che la formazione non finisca mai. Ogni esperienza, ogni lezione, ogni incontro con gli alunni arricchisce il mio percorso professionale e mi ricorda che la formazione è un processo senza fine, dove lo studio continuo è essenziale. Non escludo, quindi in futuro, la possibilità di iscrivermi al Biennio di perfezionamento per il conseguimento del diploma accademico II livello che offre sempre l’Accademia, proprio perché credo che ci siano sempre nuovi aspetti da approfondire.

 

Cosa ritieni fondamentale per essere un buon insegnante?

Per essere un buon insegnante, ritengo sia essenziale possedere una spiccata capacità di osservazione.

Ogni allievo è unico, con un corpo diverso, tempi e modalità di apprendere propri; pertanto, saper individuare e comprendere le specifiche esigenze di ciascuno è fondamentale per favorire un apprendimento più efficace e significativo. L’empatia gioca un ruolo cruciale nel costruire un rapporto di fiducia con gli allievi. È importante percepire le loro emozioni e difficoltà per poter intervenire in modo appropriato, per supportarli nel loro percorso formativo e per creare un ambiente in cui si sentano motivati e a loro agio. La pazienza è un’altra qualità imprescindibile, soprattutto quando, come me, si lavora con i più piccoli in propedeutica. Naturalmente tutto questo deve basarsi su una accurata programmazione didattica per garantire un percorso di apprendimento coerente e mirato.

Inoltre, credo sia fondamentale la capacità di riflettere sul proprio operato. Attraverso l’auto-valutazione, il feedback degli alunni, il confronto con i colleghi, è possibile identificare i propri punti di forza e soprattutto le aree su cui lavorare per migliorarsi. Tutto questo e, molto altro ancora, penso costituisca la base per un insegnamento efficace e per la creazione di un ambiente educativo stimolante.

 

Come imposti il rapporto con gli allievi?

Il mio approccio con gli allievi varia molto in base alla loro età. Con i più piccoli alterno esercizi che mirano all'apprendimento delle basi della danza classica a momenti più giocosi, ma sempre con un fine didattico preciso. Diversificare le proposte è essenziale per mantenere in loro alti l'interesse e la concentrazione. A partire dalla quarta elementare, invece, gli allievi sono più consapevoli; quindi, le richieste nei loro confronti diventano più elevate e di conseguenza anche il rapporto con loro si arricchisce e si evolve in uno scambio più profondo.

Ci tengo molto a stimolare in loro il desiderio di migliorarsi e la volontà di affrontare sfide sempre più complesse. Ogni classe di danza è unica, composta da bambini con abilità, personalità e stili di apprendimento differenti. Per questo, osservo attentamente ogni allievo per riuscire a fornire le correzioni e indicazioni necessarie. Sono un'insegnante esigente, convinta che ordine e disciplina siano essenziali per un ambiente di apprendimento produttivo. Allo stesso tempo, riconosco l'importanza dell'ascolto e cerco sempre di dedicare un momento in ogni lezione all'ascolto attivo.

 

Vuoi concludere con un augurio per tutti gli aspiranti candidati alla prossima edizione del triennio?

Auguro sinceramente ai futuri iscritti di godersi appieno questa esperienza, che, seppur impegnativa, sarà una delle più formative della loro carriera. É importante cercare di assorbire il più possibile dai propri insegnanti, sfruttando ogni momento per imparare. Consiglio di mettersi sempre in gioco, di non temere il giudizio, perché durante il percorso si è allievi e ogni feedback è fondamentale per crescere. È essenziale tenere a mente che tutto ciò che apprenderanno in questi anni non solo arricchirà la loro formazione, ma rappresenterà anche una base solida per il loro futuro di insegnanti.

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