Valentina Pluzhnikova è il mezzosoprano ucraino del biennio 2021-23 dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici del Teatro alla Scala, che si chiuderà questa domenica in Scala con il Concerto Istituzionale.
Partiamo dal principio: com'è stato il tuo primo approccio all'Opera? Raccontaci come hai vissuto questa passione per il canto e le esperienze che ti hanno portata a decidere di venire a Milano per studiare quest'arte.
La mia prima conoscenza con la musica è iniziata nella primissima infanzia. Avevo circa 9 mesi e già cominciavo a mostrare interesse per il pianoforte, suonando costantemente qualcosa. Nella mia famiglia, tutti hanno un'educazione musicale, ed è considerata necessaria per lo sviluppo corretto di ogni bambino. Mia madre ha visto fin dal principio il mio interesse per il pianoforte e lo ha sostenuto in ogni modo possibile, infatti all'età di 6 anni ho frequentato la scuola di musica del mio paese natale in Ucraina, prima studiando pianoforte e poi canto.
Anche se ero una bambina, sapevo che sarei diventata una musicista professionista da adulta… al tempo ero certa di voler diventare una pianista solista: dimostravo molto potenziale e vincevo molti concorsi, studiando 8 ore al giorno. Ho iniziato poi il liceo musicale e, in questi anni di crescita, mi sono innamorata dell'opera e ho capito che il mio destino era essere una cantante lirica. Dopo il diploma sono entrata nel dipartimento vocale dell'Accademia Nazionale Ucraina di Musica Tchaikovsky. Ho scelto la voce e non uno strumento, però devo dire che è stata la mia formazione pianistica a darmi una conoscenza approfondita che mi aiuta anche oggi nella mia carriera. Si tratta di un tipo diverso di pensiero, di studio della partitura, io stessa ora suono e studio tutti i miei ruoli grazie alla mia padronanza del pianoforte.
Tornando alla mia formazione, dopo il liceo ho iniziato il conservatorio, studiando un repertorio molto vasto. Al secondo anno di conservatorio sono stata ammessa al programma per giovani artisti Akdemia Operowa dell'Opera Nazionale Polacca, dopodiché sono stata invitata al Lindemann Young Artist Development Program del Metropolitan Opera. Dopo la laurea in questo programma negli Stati Uniti, ho voluto studiare anche in Italia, per migliorare le mie capacità, imparare la lingua e lo stile italiano, e così l'Accademia Teatro alla Scala è entrata nella mia vita.
Ci parli degli anni trascorsi in Accademia?
I due anni in Accademia sono passati molto velocemente. È stata un'esperienza meravigliosa. Ho fatto molta esperienza sul palcoscenico del Teatro alla Scala. È un sogno per ogni cantante cantare in questo leggendario teatro e sono molto grata per l'opportunità che mi è stata data. All'Accademia ho frequentato molte masterclass, concerti e spettacoli. La cosa più bella è che ho incontrato persone incredibili, insegnanti, grandi pianisti - in una parola, professionisti eccezionali.
La carriera di un cantante lirico può essere tanto meravigliosa quanto impegnativa e sfidante. Ci possono essere pressioni, aspettative, rischi ma anche emozioni e soddisfazioni incredibili. Inoltre, nel tuo lavoro interpreti diversi ruoli che ti portano a vivere viaggi emotivi intensi: nel lavoro di interpretazione del personaggio senti le sue emozioni, i suoi pensieri, la sua tristezza e la sua gioia. È una esperienza che può essere molto profonda. In generale, questo lavoro è percepito da molti come molto affascinante ma anche molto complesso. Cosa ne pensi? Come gestisci gli aspetti più impegnativi di questa carriera?
Sono d'accordo sul fatto che la carriera di un solista sia impegnativa, soprattutto all'inizio. Un cantante giovane deve affrontare molte difficoltà e misurarsi con i propri limiti. Ed è un percorso molto difficile, perché quando si sale su un palco devi avere un livello di padronanza della voce eccellente… Si tratta di un duro lavoro quotidiano, non solo vocale, fisico, ma anche emotivo e mentale. La mia opinione è che per raggiungere la vera maestria, bisogna essere davvero quasi ossessionati da questa professione e non prestare attenzione a tutte le difficoltà che si presentano lungo il percorso. Io amo davvero quello che faccio e lo considero il mio destino nella vita. Pertanto, a prescindere dalle sfide che si presentano nella mia carriera, vado avanti.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato ad oggi?
Non ricordo nessuna sfida veramente insormontabile sul mio cammino. Credo che questo mio approccio derivi dal fatto di vedere un'opportunità in ogni sfida, quindi ogni grande ruolo, o qualsiasi altro tipo di difficoltà che mi si pone davanti, lo vivo come un’occasione per dare il meglio di me e migliorare.
Si ringraziano tutti i sostenitori dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici
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