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News ed eventi

L'esperienza di Niccolò Crecchi

21 Febbraio 2023

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Torna l'appuntamento con la Hall of Fame e il primo protagonista di quest'anno è Niccolò Crecchi.

 

Niccolò, cosa ti lega alla musica e da dove nasce l’idea di iscriverti in Accademia?

Ho iniziato a studiare musica a cinque anni, seguendo un percorso che dalla chitarra classica è arrivato alla direzione d’orchestra. Già durante il liceo sapevo che mi sarei iscritto al conservatorio, ma mi sarebbe piaciuto iniziare a lavorare da subito nel campo musicale. Da qui l’idea di iscrivermi in Accademia per studiare tecnologia del suono: permette di acquisire competenze professionali precise.

 

Perché, secondo te, vale la pena frequentare questo corso?

Perché è un corso molto completo, che approfondisce tutte le materie che ruotano attorno alla tecnologia del suono sia dal punto di vista teorico sia pratico. La possibilità di confrontarsi quotidianamente con i docenti permette di chiarire ogni dubbio, e l’attività in studio è utilissima per imparare a sfruttare fino in fondo le potenzialità degli strumenti messi a disposizione.

 

Dove hai sostenuto lo stage? Ci racconti questa esperienza?

Sono stato in stage presso la Fondazione Orchestra Sinfonica di Milano, collaborando ad alcune registrazioni e assistendo all’allestimento del palcoscenico durante tutta la stagione estiva 2018. È stato affascinante poter conoscere la realtà dietro le quinte dell’auditorium e seguire il tecnico del suono Giancarlo Pierozzi anche all’esterno. Ancora oggi quando devo organizzare uno spettacolo con la mia orchestra, mi metto d’accordo col service perché venga amplificata con gli stessi criteri che ho visto utilizzare nel corso dello stage, spesso scegliendo personalmente i microfoni da utilizzare.

 

Qual è secondo te la parte più complessa di questo lavoro?

Mantenere una continuità lavorativa. È fondamentale, a parer mio, cercare di far nascere un nuovo progetto dalla chiusura del precedente. In poche parole, portare avanti la propria attività all’insegna del “da cosa nasce cosa”.

 

E dopo l’Accademia?

Inizialmente ho lavorato per un service audio-luci, poi mi sono dedicato alle registrazioni e alla produzione di basi musicali collaborando con compagnie teatrali, studi di registrazione, scuole di musica e con il conservatorio Niccolò Paganini di Genova. Qui attualmente frequento i bienni di chitarra classica e musica d’insieme, dopo aver concluso il triennio accademico con una tesi sulle diverse modalità d’interazione fra il mondo della chitarra e quello dell’elettronica. Proprio grazie a ciò che ho imparato in Accademia ho ricevuto la lode e la dignità di stampa, per cui ad aprile di quest’anno pubblicherò un articolo sull’argomento insieme a un disco con i brani che ho suonato durante la discussione della tesi.

 

Vuoi lasciare un consiglio a tutti gli aspiranti allievi del Corso di Tecnologia del suono?

L’importante è avere un’idea. Nella musica, come nella tecnologia del suono, l’obiettivo è creare un oggetto sonoro che funziona, ma prima di tutto bisogna sentirlo nella propria testa. Auguro ai futuri allievi del Corso di tecnologia del suono di saper approfittare del patrimonio di conoscenze messe a disposizione dall’Accademia e di saperlo integrare con la propria esperienza.

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