Maria Urbani, ex allieva del Corso di sartoria teatrale, ha collaborato con lo storico Atelier di Stefano Nicolao e la Fondazione del Teatro "La Fenice" di Venezia. Oggi lavora presso il prestigioso Atelier Versace di Milano.
Scopriamo insieme la sua storia attraverso l’intervista che abbiamo realizzato per la rubrica settimana Hall Of Fame.
Chi ti ha trasmesso la passione per questo mestiere?
La passione per ago e filo l’ho acquisito grazie a mia nonna, che mi ha insegnato a rammendare e cucire fin da bambina. Mio nonno, invece, oltre a possedere una gastronomia, faceva anche l'attore a livello amatoriale e di tanto in tanto io e mia nonna confezionavamo gli abiti di scena. Ho sempre amato disegnare e scrive racconti, le materie scientifiche insomma non facevano per me.
Raccontaci il tuo percorso di formazione e le prime esperienze professionali
Mi sono diplomata presso l’Istituto d’Arte "Michele Fanoli" di Padova, nel 2010. Dopo gli studi artistici, ho proseguito con un corso in Fashion Design presso l'Istituto Professionale di Moda SITAM, con sede a Padova, e successivamente ho deciso di proseguire all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ho conseguito la laurea come costumista, figurinista e scenografa nel 2017.
Mentre studiavo ho avuto il grande privilegio di poter collaborare con lo storico Atelier di Stefano Nicolao, a Venezia, dove si confezionano i costumi per importanti produzioni cinematografiche, liriche e cortometraggi. Successivamente ho lavorato per tre anni presso la Fondazione Teatro “La Fenice” di Venezia, dove ero inserita sia presso il laboratorio di sartoria sia presso lo spazio vestizione.
Qual è il segreto per svolgere bene il tuo lavoro?
Velocità e precisione sono i due ingredienti indispensabili per poter lavorare bene in questo ambito. Devo dire che l’esperienza svolta presso “La Fenice” è stata decisiva affinché io le acquisissi.
Come mai hai lasciato Venezia?
Venezia è la mia città e la amo moltissimo, ma avevo voglia di cambiare.
Mi sentivo attratta dall’alta moda e quindi da Milano, la capitale italiana di questo settore del lusso. Una mia collega della Fenice mi consigliò il Corso di sartoria teatrale dell’Accademia, che lei stessa aveva frequentato nel 2015, un percorso di perfezionamento finalizzato all'inserimento lavorativo tanto in ambito teatrale quanto in quello dell’haute couture. Ed è proprio grazie alla formazione maturata in Accademia che sono riuscita poi ad arrivare dove mi trovo tutt'ora, l'Atelier di Versace.
Cosa ti è piaciuto maggiormente del tuo percorso in Accademia?
La possibilità di lavorare a diversi spettacoli realmente allestiti presso teatri importanti, come il Teatro alla Scala, è sicuramente il fiore all'occhiello di un corso già estremamente valido nella sua articolazione in aula.
L’esperienza in teatro mi ha aiutato nel velocizzarmi, nel rendere le mie prestazioni molto dinamiche e adattabili a ogni esigenza.
Ricordo la prima esperienza di questo tipo, al Piccolo Teatro di Milano in occasione de Lo Schiaccianoci - uno spettacolo con gli allievi della Scuola di Ballo Accademia Teatro alla Scala. Poi l'Aida di Zeffirelli in scena al Teatro alla Scala e tutte le recite de Il barbiere di Siviglia per bambini e L’elisir d’amore per bambini, entrambi affidati alla regia di Grischa Asagaroff e alla direzione musicale di Pietro Mianiti. Un progetto bellissimo, nato per avvicinare il pubblico più giovane all’opera lirica attraverso la messa in scena di noti titoli del repertorio in versioni ridotte e in lingua italiana.
Lavoravamo in aula per la ripresa dei costumi, ma anche in palcoscenico per i cambi veloci.
Gli spettacoli erano un'occasione preziosa per fare pratica, ma anche per conoscere e confrontarsi con gli artisti coinvolti e con i professionisti che animano il backstage, cercando di carpire da ognuno tutti quei segreti e quegli accorgimenti essenziali in teatro.
Lavori attualmente a Milano, presso l’Atelier Gianni Versace; com’è nata questa opportunità?
Ultimato il Corso, ho potuto svolgere qui uno stage curricolare e non me ne sono più andata.
Mi hanno offerto un contratto di lavoro e ovviamente ho accettato subito. Le creazioni che qui prendono vita sono delle vere opere d’arte.
La sartoria teatrale è stupenda, ma le linee sono sempre le stesse, avendo a che fare con modelli storici.
Nel nostro atelier confezioniamo solo pezzi unici e disegnati ad hoc su commissione. Ho visto realizzare abiti da sposa per vere principesse e ovviamente tutti a mano!
Com’è organizzato il lavoro in Atelier?
Abbiamo un referente che coordina giorno per giorno le consegne e le creazioni affidate al mio gruppo.
Sono fortunata, perché da noi non ci sono ruoli precisi, ma tutti fanno tutto a seconda delle urgenze. Questo mi ha permesso di imparare moltissimo! Bisogna essere molto dinamici, come dicevo anche prima, e grazie alla gavetta in ambito teatrale non mi manca affatto questa peculiarità.
Prêt-à-porter e alta moda: differenze?
Quando ti rechi in un negozio ad acquistare un abito legato a un brand famoso, stai acquistando il disegno che un determinato stilista ha realizzato in esclusiva per quel negozio. Il prezzo è determinato quindi principalmente dal prestigio della casa di moda.
Un abito d’alta moda invece è un pezzo unico, realizzato su misura per chi lo commissiona. È un prodotto confezionato artigianalmente in toto e non puoi compralo in un negozio normale. In Versace, per esempio, le due linee sono trattate in due laboratori differenti. Tutti gli abiti che produciamo noi in atelier sono interamente prodotti a mano e richiedono diversi mesi di lavoro.
A chi consiglieresti questo corso?
Lo consiglio a chiunque nutra passione per questo settore.
La classe spesso è formata in modo eterogeneo sia da persone che hanno già avuto esperienze lavorative sia da chi è più acerbo. Tuttavia, l’Accademia ti insegna fin dalle basi un metodo ben preciso e di altissimo livello. I docenti sono tutti esperti professionisti e sanno esattamente cosa occorre che tu sappia per poter lavorare bene sia in teatro sia in un atelier.
Quando sono arrivata in Versace per lo stage, tutti erano positivamente impressionati dalla mia velocità e questo lo devo solo all’Accademia, ci tengo a sottolinearlo.
Il Corso di sartoria teatrale richiede molto impegno, serietà e dedizione, ma anche umiltà e voglia di mettersi in gioco.
Nuovo appuntamento della rubrica dedicata ai nostri ex allievi!
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