Nei giorni in cui siamo stati costretti a casa e, per noi che ci occupiamo di formazione nell’ambito dello spettacolo dal vivo, in quelli che ancora ci attendono prima di tornare alla nostra normalità, in cui è naturale stare gli uni accanto agli altri, in scena e dietro le quinte, vicini, prossimi, abituati al contatto, soprattutto per arti come la danza o l’opera, abbiamo dovuto e continuiamo a ripensare completamente la nostra quotidianità. Da un lato, la didattica ha dovuto necessariamente trasformarsi in formazione a distanza partendo dalle materie teoriche, ma docenti e allievi sono stati anche capaci di trovare percorsi inediti e originali per tradurre in digitale ciò che caratterizza da sempre la nostra Accademia, cioè l’attività pratica. Dall’altro, questo periodo di sospensione ha favorito l’approfondimento della propria crescita culturale e la nascita di riflessioni, pensieri, per immaginare e pianificare una nuova ripresa.
Ora, vogliamo raccontare entrambi questi filoni: da una parte quei progetti originali che hanno caratterizzato e stanno caratterizzando i corsi, e dall’altra tutto ciò che di meglio hanno prodotto i nostri ragazzi – pensieri, video, immagini – nati spontaneamente o frutto di indicazioni e sollecitazioni da parte dei docenti e dei collaboratori, in attesa che si possa tornare presto sul palcoscenico, nei camerini, nei nostri laboratori, nelle nostre aule, con insegnanti ed allievi ancora e sempre vicini.
Fra le attività nate in questo periodo, suscitano particolari emozioni quelle dei giovani danzatori della Scuola di Ballo, sollecitati da alcuni dei maestri a realizzare dei progetti speciali, dalle Assistenti a produrre un originale “Diario della Quarantena” attraverso le forme espressive più diverse (foto, video, poesie, testi, racconti) e infine dai docenti del nostro liceo coreutico fra i “nuovi digitali” banchi di scuola.
E proprio da qui parte il primo appuntamento di questa rubrica, Una stanza tutta per noi, che ci porterà attraverso tutti i Dipartimenti dell’Accademia: Margherita Bellingeri, 16 anni, al 6° corso della Scuola di Ballo e al terzo anno del Liceo coreutico “Convitto Pietro Longone-Accademia Teatro alla Scala”, immagina di scrivere a Francesco Petrarca e, nel chiedergli come l’umanità del suo tempo sia stata o meno in grado di affrontare la terribile peste che l’affliggeva, riflette su quello che sta accadendo oggi, ai tempi del Coronavirus.
La lettera permette a Margherita di esprimere al sommo poeta ciò che lei pensa della sua opera, del suo pensiero, trovando proprio nei meravigliosi testi che egli ha lasciato ai posteri le risposte al dramma di oggi.
Cliccate qui e leggetela insieme a noi!
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